COSTRUZIONI DI LE CORBUSIER
LA CAPPELLA NOTRE-DAME DU HAUT
IL RIFUGIO DEL PELLEGRINO
LA CASA DEL CAPPELLANO
LA PIRAMIDE DELLA PACE
LA CAPPELLA NOTRE-DAME DU HAUT
La cappella di pellegrinaggio neogotica che corona la cima della collina di Bourlémont a Ronchamp viene distrutta nel mese di settembre del 1944. I proprietari si mobilitano presto per ricostruirla. Alla fine, Le Corbusier accetta il progetto, condotto a buon fine tra il 1953 e il 1955.
Notre-Dame du Haut è concepita come un vero inno alla natura e a Maria. Tutta bianca, sta come un faro bianco visibile da lontano nel paese. Le facciate curve evocano sia le forme delle montagne visibili nel lontano che la dolcezza e tenerezza materne. L’interiore è un luogo “di silenzio, di preghiera, di pace e di gioia interiore” secondo l’architetto. La luce, diffusa e misteriosa, mette il fedele e il visitatore in contatto con l’al di là.
Questo edificio riesce il paradosso di essere sia tradizionale e sia di una modernità senza precedenti. Tradizionale, perché la celebrazione liturgica attinge alle fonti della tradizione (importanza della luce, aspirazione del fedele al cielo). Moderna, perché questo programma viene espresso in forme del tutto nuove. La cappella è costruita in maggior parte con le pietre dei ruderi per i muri, ma il suo tetto in calcestruzzo armato su pilastri portanti rispetta del tutto i principi architettonici che Le Corbusier sviluppa nella sua architettura da oltre trent’anni.
Per tutte queste ragioni, la cappella è diventata sin dagli anni Cinquanta un’architettura di riferimento mondiale. Fino ad oggi, gli architetti se ne ispirano e i visitatori vengono da tutto il mondo per ammirarla. L’UNESCO la iscrive, insieme ad altre 16 opere di Le Corbusier, sulla lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità nel 2016.
IL RIFUGIO DEL PELLEGRINO
Prima di costruire la cappella, Le Corbusier si occupa di fare un rifugio per gli operai edili del cantiere. Viene costruito in calcestruzzo armato e in pietre, invece dei materiali deperibili (legno e terra compattata) inizialmente previsti dall’architetto: così, dopo l’inaugurazione della cappella, i pellegrini e gruppi di passaggio hanno potuto fermarsi qua per qualche giorno.
La casa, che si sviluppa prevalentemente in lunghezza ed è orientata verso Sud-Est, è organizzata in maniera astuta. Due grandi dormitori con letti a castello, dei bagni e un grande refettorio con una cucina costituiscono la maggior parte dello spazio. Un piccolo appartamento, ubicato sulla facciata Ovest, è destinato all’albergatore che accoglie i visitatori. Oggi, questo edificio è visitabile ma non ci si può più dormire, per ragioni di messa in conformità.
All’interno non è cambiato quasi niente dall’epoca della costruzione. I mobili sono disegnati da Le Corbusier. Il loro peso doveva probabilmente premunirli dal furto: le lastre sono di legno massiccio e i piedi di acciaio sono riempiti di calcestruzzo! I colori, allegri e accesi, sono quelli scelti in origine dall’architetto (sia all’interno che all’esterno). Le Corbusier ci colloca anche grandi riproduzioni fotografiche di affreschi medievali. Quelle originali sono state tolte di recente e sostituite da nuove stampe grazie al contributo dell’Università di Tokyo.
LA CASA DEL CAPPELLANO
Per liberare le vicinanze della sua cappella, Le Corbusier pensa già nel 1952 alla demolizione delle vecchie costruzioni che ingombrano la collina. In compenso, costruisce l’anno dopo due case un po’ giù dalla cappella; la più piccola era assegnata alla famiglia del signore Chippaux, sagrestano e custode della collina. Ma i Chippaux non volevano abbandonare la loro casa (ubicata dove sta adesso il campanile di Jean Prouvé). Alla fine, l’abate Bolle-Reddat, cappellano emblematico del sito e difensore appassionato di Le Corbusier a Ronchamp, decide di risiederci nel 1958. D’allora in poi, i cappellani successivi ci vivono.
La casa del cappellano è un esempio perfetto della casa moderna secondo Le Corbusier. Orientata a Sud-Ovest e dotata di grandi finestre nei muri e nel tetto, viene illuminata da una luce calda di continuo. Il vespaio sulla quale sta le dà una migliore isolazione termica e richiama i pilotis raccomandati da Le Corbusier nei suoi 5 punti per un’architettura moderna. (1927). Un tetto verde ricopre l’edificio, lo isola e lo nasconde. Così, vista in alto dalla cappella, la casa del cappellano sparisce e si confonde con i paesaggi della collina. All’interno, i colori accesi che rivestono i muri rispondono al calcestruzzo a vista ornato con alcune pietre dell’antica cappella, per creare un ambiente caloroso e accogliente
LA PIRAMIDE DELLA PACE
Tra le quattro costruzioni di Le Corbusier a Ronchamp, la piramide della pace è quella più recente. All’origine, Le Corbusier voleva realizzare ad Est della sua cappella un grande piazzale in calcestruzzo sul bordo della collina, come una sorta di anfiteatro per ricevere i pellegrini. Questo progetto non è mai stato realizzato per via dei problemi finanziari. La piramide, archetipo dell’architettura, sorge in questo posto per rispondere alla richiesta dei reduci di commemorare gli aspri combattimenti di settembre-ottobre 1944. Essa viene costruita nel 1955 con le pietre dell’antica cappella Notre-Dame du Haut e fa da piattaforma dove i pellegrini possono sedersi in alto rispetto al coro esterno. Le ragioni di questo reimpiego sono multiple: economie di cantiere, oppure omaggio alle cappelle precedenti.
Molto gradita oggi dai fedeli e dai visitatori che prendono posto sopra per assistere alle messe di pellegrinaggio o per osservare la cappella, risponde inizialmente ad una commissione dei reduci di Ronchamp. La collina, occupata dai Tedeschi durante la Seconda Guerra mondiale, è diventata nel settembre 1944 il teatro di combattimenti letali per conquista dei luoghi.
Il monumento di Le Corbusier evoca una piramide antica, un luogo di morte e di sacrificio, per onorare la memoria dei soldati uccisi nei combattimenti. Ma la forma piramidale, universale, è anche simbolo di unità e di pace. Per sottolineare questo messaggio, André Maisonnier, assistente di Le Corbusier e incaricato del cantiere di costruzione della cappella, realizza la scultura di una colomba. In cima del suo pilastro in acciaio, vigila la collina e i suoi visitatori.
COSTRUZIONI DI JEAN PROUVÉ
IL CAMPANILE
IL CAMPANILE
La sua cappella essendo molto moderna, Le Corbusier desidera introdurci una musica adatta: non vuole né campane né organo, ma un dispositivo elettroacustico, che alla fine non viene accettato dalla diocesi e dai proprietari del sito.
Spinto dal cappellano René Bolle-Reddat, Le Corbusier accetta nell’estate 1965 di disegnare un campanile (una piccola torre campanaria esterna). Muore però poche settimane dopo, mentre faceva il bagno nel Mediterraneo. È soltanto dieci anni dopo, nel 1975, che il campanile viene disegnato da Jean Prouvé. Questa struttura in acciaio, distante da quasi 30 metri dalla cappella, prova a rimanere la più discreta possibile per non metterla in ombra.
Le due campane più grosse provengono dall’antica cappella. Sono sopravvissute alla guerra, al contrario della terza più piccola che ha dovuto essere rifusa. Viene dalla fonderia Paccard ad Annecy. Il suo nome è quello della madre e della moglie di Le Corbusier: Charlotte-Amélie-Yvonne-Marie.
Il campanile suona ogni giorno all’angelus, alle 9, a mezzogiorno e alle 19. Le campane sono attivate automaticamente da un sistema elettronico collegato alla sagrestia della cappella. Solo nei giorni delle grandi feste le tre campane fanno sentire le loro tre note: mi per la più grande, fa diesi per la media e la per la piccola.
COSTRUZIONI DI RENZO PIANO
IL MONASTERO SANTA CHIARA
LA PORTINERIA
IL MONASTERO SANTA CHIARA
La costruzione di un monastero viene considerata sin dal 2003 per assicurare sulla collina una presenza religiosa, ormai mancante dopo la morte del cappellano nel 2000. Una comunità di suore clarisse venute da Besançon si insedia vicino alla cappella sin dal 2009. Il loro ruolo è di essere una presenza di preghiera nella cappella, ma anche di accoglienza fraterna per i fedeli e i pellegrini che vogliono fermarsi per qualche giorno sulla collina.
Il loro monastero è costruito dallo studio di architettura di Renzo Piano tra il 2009 e il 2011. È composto da due livelli seminterrati per i quali il calcestruzzo era necessario: le suore si trovano infatti sotto tonnellate di terra! Ma questo calcestruzzo chiaro riflette la luce ed è tinteggiato in alcuni posti con colori caldi che rallegrano i muri o i soffitti. I livelli comunicano con l’esterno tramite lunghe vetrate. Gli edifici sono concepiti per rimanere invisibili dalla cappella di Le Corbusier, pensata dall’architetto per dialogare con gli orizzonti. Il rifacimento paesaggistico è stato curato da Renzo Piano e Michel Corajoud.
Lo spazio interno del monastero è piccolo ma sufficiente per i bisogni della comunità: delle camere, una biblioteca, un grande laboratorio di cucito (la loro attività lavorativa), una cucina, un refettorio e una piccola cappella (l’oratorio). Quest’ultimo, che le suore volevano a immagine di una piccola grotta, è l’unica parte del monastero accessibile ai visitatori. La sua volta sospesa al di sopra dei muri ci invita a salire al Cielo, la cui luce illumina il muro dietro l’altare.
LA PORTINERIA DI NOTRE-DAME DU HAUT
Quando Renzo Piano è chiamato a Ronchamp per costruire il monastero Santa Chiara, gli viene affidato anche l’incarico di sostituire la vecchia biglietteria, inadatta a ricevere i numerosi visitatori e poco armoniosa con il sito. Così nasce la portineria, costruita tra il 2009 e il 2011.
Tradizionalmente, le portinerie si trovano alle entrate dei monasteri e dei castelli. È lì che abita il portiere, accanto alla porta d’ingresso. Marca il passaggio tra l’esterno e l’area del santuario. Il padiglione creato da Renzo Piano segna allo stesso modo l’entrata sul sito. Ci si trovano la biglietteria, il bookshop e uno spazio espositivo e di documentazione.
Luminosa e calorosa in tutte le stagioni grazie alle sue grandi vetrate e al suo impressionante focolare, la portineria accoglie i visitatori e fa da introduzione alla visita. Questa sottile unione tra natura, luce e architettura non lascia indifferente. Integrata con delicatezza nel fianco della collina, la portineria è inoltre invisibile del tutto dalla cappella Notre-Dame du Haut, permettendo di conservare un ampio panorama sui paesaggi circostanti. Anziché nascondere il capolavoro di Le Corbusier, l’architettura di Renzo Piano lo accompagna e lo protegge. Il tetto dell’edificio, tutto rivestito di verde, sembra rispondere alle case costruite sulla collina dall’architetto franco-svizzero negli anni 50.
GLI EDIFICI DELLA COLLINA A COLPO D’OCCHIO
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Piramide della Pace
Viene commissionata dai reduci di Ronchamp che volevano rendere omaggio ai loro compagni d’armi morti sulla collina nel 1944. Le pietre dell’antica cappella hanno servito alla sua costruzione. Questa piramide, richiamo dell’architettura antica, fa anche da podio da cui i fedeli seguono la messa di pellegrinaggio. Simbolo di Pace, la colomba che sta sul piccolo pilastro d’acciaio è disegnata da André Maisonnier, assistente di Le Corbusier e incaricato dei lavori della cappella.
Cappella Notre-Dame du Haut
La cappella Notre-Dame du Haut, distrutta durante i bombardamenti del 1944, ricostruita da Le Corbusier e inaugurata nel 1955.
Gioiello dell’architettura moderna, questa cappella reinventa lo spazio sacro, abbandonando l’organizzazione a croce, e nella quale la luce ha un importante ruolo simbolico.
Portineria di Notre-Dame du Haut
La Portineria è il padiglione di accoglienza dei visitatori sul sito della collina Notre-Dame du Haut. Vero luogo multifunzionale, l’edifico fa da introduzione al sito. Comprende una zona di biglietteria-bookshop ma anche una zona relax e di attività culturali (mostre, conferenze, laboratori).
Oratorio del Monastero di Santa Chiara
L’oratorio è la cappella dove le suore si adunano ogni giorno per la preghiera. Come a Notre-Dame du Haut, la volta sembra galleggiare e sale verso il coro per incontrarci la luce zenitale.
Rifugio del pellegrino
Il rifugio del pellegrino viene usato per ospitare gli operai edili della cappella. Comprende due grandi dormitori, un refettorio e una cucina. Dopo l’inaugurazione della cappella, i pellegrini o i gruppi possono fermarci qua per qualche giorno.
Casa del Cappelano
Questa casa è stata costruita inizialmente per il custode del sito, che non ci ha mai vissuto. Trae il proprio nome dal cappellano – il prete in carica della cappella – che ci abita.
Campanile
Le Corbusier non voleva campane per la cappella, ma aveva immaginato un sistema elettroacustico che non è mai stato realizzato. Nel 1975, dopo la morte di Le Corbusier, Jean Prouvé costruisce un portico in acciaio che regge tre campane.
Saint-Clare’s monastery
Saint Clare’s Monastery is half-buried in the hillside, invisible from Notre-Dame du Haut. It extends along two levels: the bedrooms downstairs, and the areas of community life upstairs (reception, library, workshops, kitchen, oratory). Large bay windows connect the nuns to nature and the outside world. Reinforced concrete is the material of choice to support the weight of the earth, but also to create a link with the work of Le Corbusier.
Panorama Michel Corajoud Portineria
Nel 2008-2011, lo studio di Michel Corajoud lavora a Ronchamp. Associato allo studio di Renzo Piano, concepisce il rifacimento paesaggistico degli spazi della collina e il rivestimento di verde degli edifici. Qui una vista del rivestimento di verde del tetto e vicinanze della Portineria di Notre-Dame du Haut.
Panorama Sud
Panorama Michel Corajoud Monastero
Panorama Nord
Panorama Est
Durante la sua prima visita sulla collina, Le Corbusier è stato colpito dal panorama dei quattro orizzonti, che sono stati un’importante fonte di ispirazione. La facciata Est offre quindi una vista sulla Trouée de Belfort (detta anche Porta di Borgogna).